Futbol Tango y Corazon


La prefazione del libro di Leonardo Barcelò (*)

I racconti dello scrittore Paolo Mattana in "Futbol, Tango y Corazon" sono ritratti di realtà latinoamericane resi con una forza espressiva immediata e creativa. Dopo il bel incipit del passo dello scrittore uruguayano Eduardo Galeano, la prima storia "Futbol Corazon" ci fa entrare nelle vicissitudini di uno dei tanti quartieri di una grande metropoli del terzo Mondo come Santiago del Cile per mostrarci, con uno stile schietto e pieno di suggestive metafore, cio'che può significare l'attaccamento al proprio territorio, pure in situazioni di estrema poverta'. La narrazione si snoda tra le vicende di una comunità che, attraverso la tradizionale e radicata passione per il calcio e la creazione di una propria squadra, riesce ad affrontare brillantemente una drammatica situazione prodotta da spietate logiche del mercato globalizzato.
Di indubbia originalita' e'la singolare figura dell'attaccante femminile dell' "equipo", di nome Consuelo ( che in spagnolo significa, non a caso ,consolazione), la quale da "panchinara" entra in campo e diventa l'elemento risolutore della partita. Cio' e' a simboleggiare come tanti momenti di difficoltà e bisogno venivano spesso superati da donne , all'occorrenza distolte dal loro ruolo sociale marginale e , poi , nuovamente poste in " riserva" .
In "Con la parte Sinistra del cuore" l'autore ci porta come una abile Arianna a percorrere , attraverso un ferreo filo storico, gli anni dal trionfo di Salvador Allende all'epoca del ritorno del processo democratico in Cile nei primi anni 90, facendoci comprendere il significato delle speranze di allora per il Paese con le avventure di una giovane coppia e il germogliare di un nuovo futuro pure nel deserto cileno di Atacama. Poi con il fatidico 11 settembre 1973 si cala in un girone Dantesco con le feroci atrocità di persecuzioni e violenze di cui è stata vittima la maggioranza della popolazione del Paese Andino nei lunghi anni della dittatura militare. Il fedele ritratto storico del Cile e dell'Unita' Popolare di allora non può che far riemergere la memoria del "come eravamo"di tanti, che ,come me, hanno passato gli anni più belli della gioventù a cercare di "cambiare il mondo", in un modo quasi romantico, senza vedere le enormi difficolta'della realpolitik. In questo racconto intriso di amore, speranze e dolore, l'attenzione del lettore , malgrado le violenze raccontate, viene catturata da uno stile fresco che non tradisce la violenza del tema presentato , che scorre nella sua crudelta' senza mai accentuare il dolore o indulgere in facile retorica.
Infine troviamo "Tango", una storia che ci porta in Argentina , descritta con un linguaggio diretto e privo di ricerca di effetti letterari che seguano una linea sentimentale e dolciastra . Si tratta di quella che Borges definirebbe come una vera e propria scatenata "milonga", la piu'vitale delle varie forme del tango.
Uno squarcio di America Latina , amata, vissuta e raccontata con profonda conoscenza storica e una prosa sobria ed essenziale, ma non per cio'priva di colore e ironia.

(*) Leonardo Barcelo'. Docente di Lingua Spagnola presso il Centro Interfacolta'Linguistica Teorica e Applicata dell'Universita'degli Studi di Bologna. Nato in Cile, e'stato Membro della Direzione regionale a Santiago del Cile del Partito Socialista Cileno nel periodo 1972-73, durante il governo Allende. Esiliato dal Cile nel 1974, vive e lavora a Bologna dal 1980, membro del Partito Democratico (PD), si occupa della difesa dei diritti umani e civili.